Overland Track, febbraio 2006

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03/06/2006

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Come si presentava il paesaggio mentre il pullman ci portava a Cradle Valley.
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Cradle moutain, vista dal punto di partenza.
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Imma che mostra i bagagli, ancora fresca fresca.
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Giuseppe che fa capire quanto pesi lo zaino.
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Uno dei primi eucalipti grigi, mentre sullo sfondo si preparava il maltempo.
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Il percorso iniziale è tutto coperto da delle tavole che impediscono di rovinare il "bush".
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Altro eucalipto alla base di Cradle mountain.
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Uno scorcio di Crater Lake
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Comincia la salita che fiancheggia Cradle mountain.
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Un attimo di pausa poco prima di Marions Lookout. Vento, pioggia, freddo e nuvole.
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L'unico piccolo pezzo di ferrata, che però con gli zaini non è tanto facile.
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La vista da Marions Lookout sul Dove Lake
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Il percorso in cima è tutto all'umido e il sentiero si perde nell'acqua.
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La vista di Cradle mountain, dal fianco ovest. Quello in fondo è Penson Peak.
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Il nostro primo wallaby. Si tratta di un canguro alto meno di un metro.
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Il percorso accanto a Cradle Mountain, poco attraente con questo tempo.
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Un wombat grande quanto un maiale ci ha attraversato il sentiero.
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Dopo il salitone, si comincia a scendere piano piano verso Cradle Circus.
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I bordi alti della Waterfall valley, dove c'è il primo rifugio.
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La montagna accanto a Waterfall valley, illuminata al tramonto. Sullo sfondo le piazzole per le tende da campeggio.
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Un altro wallaby, prima di lasciare Waterfall hut.
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Uno prende la macchina fotografica per il proprio viaggio e non prova il macro?
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Altra salita per abbandonare Waterfall valley.
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Il Windermere Lake, vicino al secondo rifugio.
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Bordi del Windermere Lake.
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Questo wallaby stava a Windermere hut. È rimasto per ore sotto la pioggia a un metro dal rifugio.
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Uno degli alberi longevi che vivono accanto al lago.
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Il tramonto sul lago, anche se il lago non si vede.
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Il sottobosco sul tracciato del terzo giorno.
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Il paesaggio all'uscita dalla Pine Forest Moor. Non troppo invitante a dire il vero.
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Altro sottobosto nella costa del Mount Pelion West.
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Sempre accanto Mount Pelion West. Il percorso era stato bagnato dalla forte pioggia del giorno prima ed era scivoloso.
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Le nuvole correvano forti e coprivano quasi sempre il monte Oakleigh di fronte al rifugio New Pelion Hut.
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Piccola cascata dietro a New Pelion Hut, anzi al rifugio dei ranger che era lì accanto.
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Particolare della cascata.
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Il sottobosco è così umido che il muschio avvolge qualsiasi cosa.
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Un'altra cascata sul percorso verso Pelion Gap.
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Il paesaggio a Pelion Gap.
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Sulla sella New Pelion Gap è spuntato il sole che non ci ha più abbandonato fino alla fine del percorso.
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Il vento cambia in continuazione. Con il sole è possibile aspettare un po' e vedere i paesaggi scoperti dalle nuvole.
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Durante la pausa pranzo è venuto a trovarci questo echidna. A guardarlo sembra un riccio, ma in realtà è un mammifero che fa le uova, come l'ornitorinco.
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La Du Cane Range vista da Pelion Gap.
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Il nostro sentiero, a fianco di un ruscelletto creato dalle piogge, vero la Du Cane Range.
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Un albero della gomma caduto. Questi eucalipti sono molto secchi e scricchiolano parecchio quando il vento li scuote. Impressionanti, soprattutto la notte.
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Un bell'albero sul sentiero nella Pinestone Valley.
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Un altro echidna. Questa volta gli si vede il muso.
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La Du Cane Range dal rifugio Kia Ora, che in neozelandese vuol dire "benvenuto".
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Sempre la Du Cane Range, illuminata dal tramonto.
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Il monte Ossa fotografato all'alba da Kia Ora. C'è ancora la luna alta, ma il sole rosso illumina le montagne.
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Monte Ossa all'alba, da un'angolazione diversa.
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Il Castle Crag, alla fine della Du Cane Range.
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Gli ultimi resti della pancetta del benessere fanno pausa alla diramazione che porta alle cascate Hartnett.
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Con il sole anche l'interno della foresta acquista una luce viva.
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Particolare di uno dei tanti tronchi caduti sul percorso e tagliati per poterli oltrepassare.
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La foresta verso Windy Ridge Hut.
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Un piccolo ruscello nella foresta.
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Un albero caduto a causa del vento e le cui semplici radici fanno sembrare l'uomo veramente piccolo.
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Anche qui è possibile paragonare l'altezza degli alberi alla nostra.
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Il monte Olympus ripreso dalla pianura Bowling green.
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L'unico ponte del percorso, sul Narcissus river.
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Ancora il monte Olympus.
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Il tramonto a Narcissus Hut, con i vapori del fiume e del lago che rendono l'aria palpabile.
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Gli alberi sul fiume.
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Giueppe, Imma e Moon Soon Joe sul molo nell'attesa del ferry che porta dall'altra parte del lago.
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Il visitor centre a Lake St. Clair mostra il logo con il diavolo della tasmania.
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Il cammino ha lasciato il segno sul piede di Giuseppe.
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